Buongiorno,
il romanzo di cui vi parlerò oggi è A un metro da te di Rachel Lippincott, uscito il 5 marzo, poco prima dell’arrivo del film nelle sale cinematografiche.
A Stella piace avere il controllo su tutto, il che è piuttosto ironico, visto che da quando è bambina è costretta a entrare e uscire dall’ospedale per colpa dei suoi polmoni totalmente fuori controllo. Lei però è determinata a tenere testa alla sua malattia, il che significa stare rigorosamente alla larga da chiunque o qualunque cosa possa passarle un’infezione e vanificare così la possibilità di un trapianto di polmoni. Una sola regola tra lei e il mondo: mantenere la “distanza di sicurezza”. Nessuna eccezione. L’unica cosa che Will vorrebbe poter controllare è la possibilità di uscire una volta per tutte dalla gabbia in cui è costretto praticamente da sempre. Non potrebbe essere meno interessato a curarsi o a provare la più recente e innovativa terapia sperimentale. L’importante, per lui, è che presto compirà diciotto anni e a quel punto nessuno potrà più impedirgli di voltare le spalle a quella vita vuota e non vissuta, un viaggio estenuante da una città all’altra, da un ospedale all’altro, e di andare finalmente a conoscerlo, il mondo. Will è esattamente tutto ciò da cui Stella dovrebbe stare alla larga. Se solo lui le si avvicinasse troppo, infatti, lei potrebbe veder sfumare la possibilità di ricevere dei polmoni nuovi. Anzi, potrebbero rischiare la vita entrambi. L’unica soluzione per non correre rischi sarebbe rispettare a regola e stare lontani, troppo lontani, uno dall’altra. Però, più imparano a conoscersi, più quella “distanza di sicurezza” inizia ad assomigliare a “una punizione”, che nessuno dei due si è meritato. Dopo tutto, che cosa mai potrebbe accadere se, per una volta, fossero loro a rubare qualcosa alla malattia, anche solo un po’ dello spazio che questa ha sottratto alle loro vite? Sarebbe davvero così pericoloso fare un passo l’uno verso l’altra se questo significasse impedire ai loro cuori di spezzarsi?
Il romanzo racconta la storia di Stella e Will, diciassettenni malati di fibrosi cistica e che hanno vissuto gran parte della loro vita tra le mura di un ospedale.
Dopo questa breve premessa, vi dico solo una parola: lacrime. Questo libro è davvero commovente e sono sicura che leggendolo vi scenderà qualche lacrimuccia.
L’esistenza dei protagonisti non è mai stata semplice a causa di diverse rinunce e svariate regole da seguire, la più importante delle quali è una: nessun contatto con altri malati di fibrosi cistica. E questa regola è fondamentale per Stella, che aspetta ogni giorno dei polmoni nuovi in grado di allungare la sua aspettativa di vita. Ma conoscere Will e innamorarsi di lui rende dolorosamente difficile attenersi a quella quella regola. Nessun contatto, nessuna carezza, nessun bacio.
Una storia davvero struggente e dolorosa, che non solo tratta della fibrosi cistica permettendo di conoscere in maniera più approfondita questa malattia, ma anche di temi più comuni come il rapporto con i genitori e il lutto, dal quale è sempre difficile riprendersi, soprattutto se si perde una persona cara.
Nonostante il libro sia composto da solo duecentoquaranta pagine, il coinvolgimento è totale e la storia dei protagonisti, per nulla carente di particolari, arriva dritta al cuore. Lo stile dell’autrice, che ha scritto A un metro da te insieme agli sceneggiatori Mikki Daughtry e Tobias Iaconis, è semplice e lineare, adatto sia a un pubblico giovanile che a uno adulto.
Sicuramente questa è una lettura che vi consiglio, però armatevi di fazzoletti prima di iniziarla.
Voi avete visto il film o letto il libro?