Le donne e LA domanda da non fare

Ventunesimo secolo.
Società civilizzata e moderna.
Eppure, ahimè, ci sono ancora quelle persone dalle menti retrograde che fanno alzare la pressione a livelli stratosferici.
Ma procediamo con ordine.
Non nascondo a nessuno la mia età: ho venticinque anni, quasi ventisei, e da tre convivo.
Alcuni di voi penseranno: “Cavolo, è andata via di casa quando era davvero giovane!” o qualcosa del genere. Me l’hanno detto in tantissimi, ma queste osservazioni non mi hanno mai turbato. Se tornassi indietro nel tempo, rifarei tutto quanto.
Ma quando vai a convivere, ci sono domande che varie persone (con cui hai poca confidenza o completi sconosciuti) ti fanno senza preoccuparsi minimamente di sembrare invadenti, ficcanaso e maleducati.
Alcuni esempi?
Quando vi sposate? Chi cucina in casa? Chi fa le pulizie?
A questo tipo di domande c’è solo una risposta: “Ma i c***i vostri?!”
Però, ora, tenetevi pronti: arriva la migliore delle domande.
Avete intenzione di fare figli?
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C’è un modo giusto per replicare a questo tipo di quesito? Non ne ho idea.
So con certezza, però, che quando è un datore di lavoro a chiedertelo, è ILLEGALE. Si tratta di DISCRIMINAZIONE e MISOGINIA.
Una risposta positiva, molto probabilmente, segnerebbe la condanna di quel posto di lavoro, perché si presume che chi pone una domanda simile non abbia intenzione di assumere una futura mamma.
In caso di risposta negativa, invece, si hanno più possibilità di avere quel lavoro?

NOTIZIA FLASH: secondo l’articolo 37 della Costituzione Italiana “la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.”

Pertanto, il datore di lavoro non può e non ha il diritto di porre domande così personali. Il candidato può rifiutarsi di rispondere e, se il primo è davvero “sfortunato”, può trovarsi di fronte una persona che ha intenzione di sporgere denuncia.
Veramente nel 2020 accadono ancora queste cose?

Quando qualcuno che conoscete poco o per niente vi fa domande così scomode, voi come reagite?

Mister Romance di Leisa Rayven

Buongiorno a tutti!
Perdonate la lunga assenza, ma avevo deciso di prendermi una breve vacanza e fare un viaggio che aspettavo da una vita del quale vi parlerò presto. Oggi, invece, ritorno ad affrontare uno dei miei argomenti preferiti presentandovi un libro uscito il 25 maggio: Mister Romance di Leisa Rayven, un romance contemporaneo che mi ha conquistato quasi subito.

Risultati immagini per mister romanceMax è un uomo bellissimo, carismatico e passionale e ha una doppia identità. Di notte diventa Mister Romance, un escort che può far avverare ogni fantasia. Le regole sono chiare: niente sesso, ma serate di corteggiamento che stanno facendo impazzire donne e ragazze dell’alta società newyorkese. Su richiesta Mister Romance può diventare un presuntuoso miliardario, un cattivo ragazzo con il cuore d’oro o un motociclista ribelle. Max è abile a trasformarsi, ma sta molto attento a tenere la sua vera identità segreta. La giornalista investigativa Eden Tate ha sentito parlare del leggendario Mister Romance ed è determinata a pubblicare un articolo sull’uomo che sta guadagnando una fortuna affascinando ricche e annoiate signore. Pur di mantenere al sicuro il suo anonimato e quello delle sue clienti, Max sfida Eden a concedergli tre appuntamenti. Se lei non si innamorerà di lui, avrà tutto quello che le serve per il suo articolo. Eden non ha dubbi: è sicura di poter resistere al fascino dell’uomo misterioso, ma quando il vero Max ammetterà di essersi innamorato di lei, dovrà capire se si tratta della verità o di un altro dei trucchi di Mister Romance.

La giornalista che deve scrivere un articolo che dà la svolta alla sua carriera e che alla fine si innamora della fonte è un argomento già visto. Lei determinata, lui schivo e bla bla bla. Eppure con Mister Romance è tutta un’altra cosa.
Devo ammettere che all’inizio ero scettica, soprattutto perché la copertina mi ha ricordato protagonisti prevedibili di altri romanzi che ho letto. Uomini amanti del controllo, egocentrici, arroganti. Beh, in questo romanzo finalmente vediamo qualcosa di diverso.
Scordatevi l’uomo prepotente, che non crede nell’amore, che non hai mai avuto una ragazza fissa e che cerca di restare alla larga dai rapporti lunghi più di una notte. In Mister Romance quell’uomo non esiste, perché è una donna.
Leggendo questo romanzo ho avuto l’impressione che fosse tutto al contrario.
Eden è una giornalista che, a seguito di una delusione da parte di un uomo (scoprirete voi chi), evita in modo assoluto di impegnarsi sentimentalmente; ha rapporti di una notte con uomini che trova nei bar dopo aver bevuto un po’ e non crede assolutamente nell’amore. Il lieto fine? Per lei non esiste.
Max, d’altro canto, è un escort che migliora la vita delle donne con cui esce. Passionale, bello, determinato, crede nell’amore e nei sentimenti che prova dal primo momento in cui incontra Eden. Ovviamente la protagonista prova una forte attrazione nei suoi confronti, ma lasciarsi andare ai sentimenti non le risulterà così facile.
Sotto l’aspetto narrativo ho trovato la storia perfetta, con uno stile gradevole, a volte frizzante, caratterizzato da momenti divertenti e non molti drammi. Si tratta di una lettura leggera, perfetta per essere letta in una giornata in cui non si è alla ricerca di nulla di troppo impegnativo.
Lo consiglio? Sì, ma per leggerlo dovete mettere da parte i vostri ideali sul romanticismo spontaneo, perché forse il lavoro di Mister Romance vi farà restare un po’ perplessi.

 

Per sempre tua di Jewel E. Ann

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Swayze Samuels ha avuto un’intelligenza particolare sin da quando era piccola. A soli undici anni riusciva a sentire una connessione con eventi accaduti anni prima della sua nascita. Psicologi ed esperti di sviluppo infantile si sono occupati del suo caso, senza mai venirne a capo. Adesso Swayze ha ventun anni, è fresca di college e ha appena ottenuto per l’estate un lavoretto come babysitter di una bambina appena nata. Non appena fa la conoscenza del suo nuovo datore di lavoro, un professore di anatomia diventato da poco vedovo, qualcosa le sembra terribilmente familiare. Come è possibile che conosca tante cose di lui, nonostante la loro differenza di età?

 

Il 25 giugno è uscito Per sempre tua di Jewel E. Ann grazie a Newton Compton Editori.
Si tratta del secondo libro dell’autrice che leggo e, dopo aver adorato I battiti dell’amore, non sono rimasta delusa nemmeno con questo romanzo.
Swayze è la protagonista, una ventunenne aspirante insegnate fidanzata con un meccanico di Harley. Trova lavoro come babysitter e si deve occupare della figlia di un mese di Nate, professore di anatomia che Swayze conosce, anche se non sa come dato che hanno quindici anni di differenza.
Questo libro è un mistero. Una droga. Ti obbliga a rimanere incollato fin dalle primissime pagine perché vuoi assolutamente sapere cosa succede a Swayze, perché conosce eventi accaduti prima che lei nascesse e perché conosce Nate. In tutto questo, troviamo anche una sorta di triangolo amoroso che lascia sempre con il fiato sospeso. Da una parte c’è Griffin, il fidanzato di Swayze con il quale sta da qualche mese. Lui è dolce, si interessa a lei, la ama. Dall’altra, però, c’è Nate, con il quale sente un legame e un’attrazione che non riesce a spiegarsi. Si creerà un triangolo amoroso che proseguirà nel secondo volume.
Jewel E. Ann è un’autrice formidabile che anche stavolta è riuscita a dare vita a una storia unica, misteriosa, coinvolgente ed emozionante. Essere trasportati in un altro mondo dalle sue parole è un’esperienza che non dovete assolutamente perdere.

Due cuori in affitto di Felicia Kingsley

Buongiorno a tutti!
Il mio viaggio tra i libri oggi mi porta a parlarvi di Due cuori in affitto di Felicia Kingsley, uscito a maggio grazie a Newton Compton.

41be3qhgqxlSummer ha ventisette anni ed è californiana. Blake ne ha quasi trentatré ed è newyorkese fino al midollo. Lei aspira a diventare sceneggiatrice, ma per ora è solo assistente del direttore di produzione di una serie tv. Lui è uno scrittore da svariati milioni di copie e i suoi bestseller sono sempre in classifca sul «New York Times». Summer è fidanzata con un uomo molto più grande di lei, mentre Blake è un consumato casanova e nel suo letto entrano ed escono pop-star, attrici e modelle. Lei è una persona ordinata, precisa e mattiniera, fa yoga e beve tè verde; lui fa colazione con un Bloody Mary e due Marlboro, vive nel caos e non si sveglia mai prima delle due del pomeriggio. Summer e Blake non hanno proprio niente in comune, a parte una casa delle vacanze che per un mancato passaggio di informazioni è stata affittata a entrambi. Uno dei due se ne deve andare, ma entrambi hanno ottime ragioni per restare. E le ragioni potrebbero aumentare con il passare dei giorni…

Il modo migliore per entrare nel clima estivo e vacanziero (anche se ormai siamo alla fine)? Leggere una commedia che ti fa desiderare di andare al mare o, più semplicemente, in piscina, su un materassino gonfiabile e un cocktail in mano.
Ho cominciato a leggere Due cuori in affitto spinta da alcuni consigli e recensioni che ho letto e devo dire che mi è piaciuto, nonostante la trama sia prevedibile e già vista.
Ma partiamo dall’inizio… La storia tra Summer e Blake è qualcosa che coinvolge il lettore fin dall’inizio. Non tanto per l’attrazione, che, diciamocelo, nelle prima pagine è quasi inesistente; ma per l’odio che provano l’uno verso l’altra e che li porterà a compiere gesti divertenti e talvolta infantili. Lui, un famoso scrittore, è sboccato, dice quello che pensa senza riflettere, ha una forte personalità ed è conosciuto per essere un donnaiolo. Lei, d’altro canto, è una sceneggiatrice che cerca di farsi notare nel mondo di Hollywood ed è rigida, ama fare yoga ed è vegetariana. L’antipatia che provano l’uno per l’altra fin dal loro primo incontro si trasformerà in attrazione, fino a sbocciare in un forte amore, che renderà complici Summer e Blake, nonostante le loro differenze apparenti.
Questo romanzo è divertente – ci sono momenti davveri buffi, imbarazzanti (ad esempio l’episodio della sorella di Summer) e che fanno davvero sorridere il lettore -, ma è anche romantico e sensuale. Sebben Blake sembri scontroso e antipatico, in realtà è davvero un galantuomo ed è impossibile odiarlo.
Due cuori in affitto è il primo romanzo che leggo della Kingsley e sono rimasta colpita dal suo stile semplice, coinvolgente e a tratti ironico, dalla lettura scorrevole e dalla delineazione direi perfetta dei personaggi.
Nonostante sia un romanzo prevedibile e con alcune scene che mi hanno ricordato cose già viste (ad esempio, la sceneggiatura di Hell-A sembra somigliare un po’ Lucifer e l’intervista di Blake che Summer ha visto su internet è molto simile ad una fatta agli One Direction durante The Ellenshow, con domande e risposte davvero analoghe se non uguali), l’ho letto molto volentieri. Direi che possa essere inserito nella lista dei libri da leggere in spiaggia.
Voi cosa ne pensate? Lo avete letto?

Il principe svedese di Karina Halle

Buon lunedì cari lettori!
A tutti piacciono le favole, giusto? Chi non è cresciuto senza di loro e chi (donne, parlo con voi) non ha mai sognato il principe azzurro? Possiamo sempre sognare, anche quando siamo più grandi. E lo stesso vale per le favole, che possiamo continuare a leggere pure in età adulta.
Con questa recensione veloce, oggi vi parlerò de Il principe svedese di Karina Halle.

516rppibxalNon ho mai creduto nelle favole. Non sono una di quelle che perdeva tempo ad aspettare il Principe Azzurro. Crescere in una piccola città della California, insieme con sei fratelli più piccoli, ti insegna che è davvero improbabile che l’amore si presenti alla tua porta invitandoti per una cavalcata romantica verso il tramonto. Quando i miei genitori sono morti e tutte le responsabilità sono ricadute su di me, ho imparato che è inutile sognare e che bisogna guardare la vita per quello che è. Ma poi il destino ha letteralmente trascinato un principe al mio campanello. All’inizio pensavo che Viktor fosse un ricco uomo d’affari, incravattato, bello in modo assurdo. Ma dietro il suo fascino pacato si nascondeva un uomo in fuga dal proprio destino. Viktor di Casa Nordin, Sua Altezza Reale della Corona Svedese era quanto di più lontano potesse esistere dalla mia vita ordinaria. Eppure questo incontro ha cambiato tutto. Può esistere un lieto fine anche per chi non crede nelle favole?

Questa è una favola ambientata in tempi moderni, dove la protagonista, Maggie, lavora come cameriera ai piani in un albergo dell’anonima città in cui vive. Durante uno dei suoi turni, incontra Viktor, futuro re di Svezia, in circostanze alquanto bizzarre e divertenti raccontate con ironia. Da quel momento, iniziano a susseguirsi vicende esileranti che portano una ventata di aria fresca e, soprattutto, distrazione. In effetti la vita di Maggie non è semplice: di punto in bianco la sua esistenza è stata stravolta dalla morte dei genitori e lei diventa la tutrice dei suoi fratelli e sorelle. Ha dovuto abbandonare l’università e i suoi sogni per dedicarsi alla famiglia e questo l’ha fatta cadere in un mondo pieno di responsabilità. L’arrivo di Viktor, però, porterà diversi cambiamenti nella vita dei protagonisti e Karina Halle è stata impeccabile nel descrivere i loro caratteri in mutamento. Maggie, dapprima severa, diventerà più buona e rilassata, mentre Viktor, inizialmente malinconico e cupo, si trasformerà in un uomo divertente capace di strappare varie risate a Maggie.
La scrittura dell’autrice è scorrevole e coinvolgente, ma la trama è alquanto scontata e rivista in vari film. Eppure non credo che ci si possa stancare di un romanzo simile. È perfetta da leggere se si ha voglia di qualcosa di leggero, molto romantico e con un finale capace di far sognare.

Avete letto questo romanzo?
Cosa pensate delle favole?

Fatemi sapere nei commenti ❤

Nel cuore di Ginger di Katy Regnery

Dopo tanta attesa, finalmente ho letto il terzo romanzo della serie A modern fairytale di Katy Regnery: Nel cuore di Ginger. Uscito il 31 maggio grazie a Quixote Edizioni, ha riscosso subito un grande successo. Di sicuro dovuto alla curiosità di scoprire la nuova avventura ispirata ad una favola che la Regnery ha deciso di proporre a noi lettori

TRisultati immagini per nel cuore di gingeranto tempo fa c’erano due cugini:
uno dorato come il sole,
l’altro oscuro come la notte,
uno un protettore,
l’altro un predatore,
uno un Cacciatore
e
l’altro un Lupo…
ed entrambi possedevano in maniera equa,
anche se differente,
una porzione del cuore di una ragazzina.

In questa storia d’amore contemporanea, liberamente ispirata a “Cappuccetto Rosso”, il cacciatore e il lupo sono cugini, e Cappuccetto Rosso è la ragazza della quale entrambi si innamorano.

La bellissima Ginger McHuid, figlia del più importante allevatore di cavalli del Kentucky, cresce nel ranch di famiglia, è la migliore amica di Cain Wolfram, il figlio del responsabile degli stalloni di suo padre, e del cugino di Cain, Josiah Woodman, figlio di un banchiere locale. Nel corso della sua infanzia felice, i tre sono amici inseparabili, ma mentre crescono fino a diventare adulti, sentimenti complicati minacciano di distruggere la lunga storia della loro amicizia e del loro amore.

Nel cuore di Ginger si ispira a Cappuccetto rosso, la protagonista Virginia (chiamata Ginger) rappresenta appunto Cappuccetto, mentre i due cugini Woodman e Cain incarnano rispettivamente il cacciatore e il lupo.
Ginger è nata e cresciuta in una fattoria ad Apple Valley insieme ai suoi due amici d’infanzia Woodman e Cain, più grandi di lei di tre anni. Crescendo, la protagonista inizia a rendersi conto che i sentimenti che prova per entrambi sono forti, fino ad arrivare al punto di farle pensare che lei ama tutti e due. Nasce quindi un triangolo amoroso che sarà il vero e proprio protagonista del romanzo.
Da una parte c’è Woodman, bello, biondo, un bravo ragazzo conosciuto in città e ammirato da tutti, a disposizione del prossimo, educato, pronto a sacrificarsi. L’uomo che tutti i genitori vorrebbero per le proprie figlie, anche quelli di Ginger. Dall’altra, invece, c’è Cain, un ragazzo problematico, con alle spalle una famiglia complicata, che si porta sempre dietro un grosso bagaglio fatto di rabbia, arroganza e donne. Tante donne. Lui è malvisto da tutti, considerato la feccia di Apple Valley, e di certo Cain non fa nulla per far cambiare opinione alle altre persone. Ginger ama entrambi, però in modo diverso. Uno è il suo migliore amico, mentre l’altro è colui che l’accende, le fa provare qualcosa che va molto oltre l’amicizia.
L’intero libro si concentra su questo triangolo che tienere il lettore con il fiato sospeso per tutto il tempo e che si sviluppa dall’infanzia dei protagonisti fino alla vita adulta. Ginger non sa cosa fare, chi decidere e, in tutto questo, gioca un ruolo molto importante sua nonna, che è anche la sua migliore amica e che le darà consigli, la ascolterà quando Ginger vorrà sfogarsi, sarà la sua spalla su cui piangere. Hanno un rapporto davvero bello e anche commovente, in particolare verso la fine del romanzo. Nonostante non sia una protagonista, la nonna di Ginger è fondamentale e capirete voi perché.
Katy Regnery ha delineato alla perfezione tutti i personaggi, facendoli conoscere bene e descrivendoli, in particolare nel carattere, in modo impeccabile. Grazie al POV alternato, è possibile comprendere tutti gli aspetti e le sfumature di Ginger, Woodman e Cain; ma all’inizio  del libro questa tecnica narrativa risulta un po’ noiosa e ripetitiva in quanto alcune scene sono state descritte in modo identico dai tre punti di vista. Superato però questo piccolo scoglio della ripetizione all’inizio del libro, dopo è tutto un crescendo che rende difficile abbandonare la lettura.
Ancora una volta, la Regnery ha fatto centro e vi consiglio di non perdere questo romanzo che vi farà amare ogni personaggio, vi farà  commuovere e provare emozioni davvero coinvolgenti.

Se lo avete già letto, fatemi sapere nei commenti se vi è piaciuto.

A un metro da te di Rachel Lippincott

Buongiorno,
il romanzo di cui vi parlerò oggi è A un metro da te di Rachel Lippincott, uscito il 5 marzo, poco prima dell’arrivo del film nelle sale cinematografiche.

61-akalottlA Stella piace avere il controllo su tutto, il che è piuttosto ironico, visto che da quando è bambina è costretta a entrare e uscire dall’ospedale per colpa dei suoi polmoni totalmente fuori controllo. Lei però è determinata a tenere testa alla sua malattia, il che significa stare rigorosamente alla larga da chiunque o qualunque cosa possa passarle un’infezione e vanificare così la possibilità di un trapianto di polmoni. Una sola regola tra lei e il mondo: mantenere la “distanza di sicurezza”. Nessuna eccezione. L’unica cosa che Will vorrebbe poter controllare è la possibilità di uscire una volta per tutte dalla gabbia in cui è costretto praticamente da sempre. Non potrebbe essere meno interessato a curarsi o a provare la più recente e innovativa terapia sperimentale. L’importante, per lui, è che presto compirà diciotto anni e a quel punto nessuno potrà più impedirgli di voltare le spalle a quella vita vuota e non vissuta, un viaggio estenuante da una città all’altra, da un ospedale all’altro, e di andare finalmente a conoscerlo, il mondo. Will è esattamente tutto ciò da cui Stella dovrebbe stare alla larga. Se solo lui le si avvicinasse troppo, infatti, lei potrebbe veder sfumare la possibilità di ricevere dei polmoni nuovi. Anzi, potrebbero rischiare la vita entrambi. L’unica soluzione per non correre rischi sarebbe rispettare a regola e stare lontani, troppo lontani, uno dall’altra. Però, più imparano a conoscersi, più quella “distanza di sicurezza” inizia ad assomigliare a “una punizione”, che nessuno dei due si è meritato. Dopo tutto, che cosa mai potrebbe accadere se, per una volta, fossero loro a rubare qualcosa alla malattia, anche solo un po’ dello spazio che questa ha sottratto alle loro vite? Sarebbe davvero così pericoloso fare un passo l’uno verso l’altra se questo significasse impedire ai loro cuori di spezzarsi?

Il romanzo racconta la storia di Stella e Will, diciassettenni malati di fibrosi cistica e che hanno vissuto gran parte della loro vita tra le mura di un ospedale.
Dopo questa breve premessa, vi dico solo una parola: lacrime. Questo libro è davvero commovente e sono sicura che leggendolo vi scenderà qualche lacrimuccia.
L’esistenza dei protagonisti non è mai stata semplice a causa di diverse rinunce e svariate regole da seguire, la più importante delle quali è una: nessun contatto con altri malati di fibrosi cistica. E questa regola è fondamentale per Stella, che aspetta ogni giorno dei polmoni nuovi in grado di allungare la sua aspettativa di vita. Ma conoscere Will e innamorarsi di lui rende dolorosamente difficile attenersi a quella quella regola. Nessun contatto, nessuna carezza, nessun bacio.
Una storia davvero struggente e dolorosa, che non solo tratta della fibrosi cistica permettendo di conoscere in maniera più approfondita questa malattia, ma anche di temi più comuni come il rapporto con i genitori e il lutto, dal quale è sempre difficile riprendersi, soprattutto se si perde una persona cara.
Nonostante il libro sia composto da solo duecentoquaranta pagine, il coinvolgimento è totale e la storia dei protagonisti, per nulla carente di particolari, arriva dritta al cuore. Lo stile dell’autrice, che ha scritto A un metro da te insieme agli sceneggiatori Mikki Daughtry e Tobias Iaconis, è semplice e lineare, adatto sia a un pubblico giovanile che a uno adulto.
Sicuramente questa è una lettura che vi consiglio, però armatevi di fazzoletti prima di iniziarla.
Voi avete visto il film o letto il libro?

Dark romance: Prendimi se vuoi di Ella Gai

Il dark romance, per chi non lo conoscesse, è un genere di romanzo rosa con sfumature piuttosto tenebrose che affronta temi dal forte impatto emotivo. Negli USA sta spopolando, ma qui in Italia è arrivato un po’ più tardi e solo ora sta cominciando a farsi sentire un po’ di più.
Da grande appassionata (e scrittrice) di romance, ho deciso di imbarcarmi in queste nuove letture poco tempo fa per ampliare un po’ i miei orizzonti. Ora, dopo aver letto tre dark romance, credo di poter ufficialmente dire che non fanno per me.
Il primo romanzo che mi ha avvicinato a questo genere letterario è stato I suoi occhi su di me appartenente alla Raw family series di Aurora Belle. A suo tempo mi era piaciuto, nonostante avessi trovato alcune scene un po’ forti per i miei gusti. Il secono libro che mi ha coinvolto un po’ di più è stato Mille ragioni per odiarti di Penelope Douglas, letto soprattutto perché avevo adorato un altro libro della stessa autrice intitolato Birthday girl. L’ultimo avvicinamento con il genere dark romance l’ho avuto con Prendimi se vuoi di Ella Gai e, dopo una lettura sconvolgente, posso dire quasi con certezza che non credo leggerò un altro romanzo simile.

Risultati immagini per prendimi se vuoi ella gaiLa prima volta che mi sentii osservata, uscivo di scuola per tornare al Saint Mary. La seconda volta mi sembrò di sentire qualcuno alle mie spalle, mentre attraversavo la strada per rientrare in orfanotrofi o. E la terza volta, quella sensazione diventò realtà il giorno in cui seppi di essere stata adottata dal mio carnefice. Avevo sedici anni quando fui catturata dal cacciatore. Da una gabbia di violenze psicologiche e regole rigide ero finita dentro un’altra gabbia di violenze fi siche e regole impossibili. Potevo usare la mia mente con astuzia per attaccare, e il mio corpo come arma di difesa. Tanto più mi mostravo remissiva, meno male ricevevo. Avevo una vendetta da riscattare e una libertà da riconquistare. Dovevo scegliere tra me e lui. Tra dolore e piacere. Tra ciò che era giusto e ciò che era sbagliato. Qualunque decisione avessi preso il mio destino era già segnato, con violenze e droga.

Nella nuova casa sono in vigore delle regole:
1. Mai dire di no a qualunque sua richiesta.
2. Testa bassa e sguardo chino.
3. Niente domande.
4. Nessuna speranza.

Inizio subito dicendo che la copertina non c’entra un bel niente con la storia, anzi mi ha fatto sentire ingannata. Dà l’idea di un romanzo rosa con sfumature dark ma che rimane comunque una storia d’amore. E invece no. Questo libro, per quanto mi riguarda, è dark. Punto.
Se mi ero abituata a leggere scene un po’ violente negli altri dark romance, qui ho superato il mio limite. Si assiste a rapporti non consensuali e brutali, a violenze fisiche e psicologiche e ad altri orrori che mi hanno fatto venire la pelle d’oca, tanto che a volte ho dovuto interrompere la lettura prima di continuare la storia. Sono quindi giunta alla conclusione che questo libro non è per i deboli di cuore e, ahimé, penso di far parte di questa categoria.
Detto ciò, vi spiego un po’ meglio la trama. La protagonista è Charlotte, un’orfana che viene adottata all’età di sedici anni da un uomo malvagio che la maltratta, la violenta e la picchia. Il suo nome è Joseph Hunter, chiamato anche Il Cacciatore, ed è uno dei capi di un’organizzazione di Chicago che gestisce traffico di droga, armi e prostituzione.
Iniziare questo romanzo è stato semplice, ma dal momento in cui Charlotte entra nella casa del suo aguzzino tutto è diventato un po’ più complicato. Non per lo stile dell’autrice, che definirei scorrevole e coinvolgente, ma perlopiù a causa di ciò che accade nel libro. Ci sono episodi descritti in maniera davvero cruda e violenta e, nonostante Ella Gai sia stata più che brava a scriverli, per me sono risultati un po’… troppo.
In confronto agli altri dark romance che ho letto, questo mi è sembrato molto più forte e mi ha fatto sorgere alcune domande. I due libri precedenti a questo che ho letto erano davvero dark romance nonostante fossero più “soft”? Prendimi se vuoi appartiene a questo genere letterario o dovrebbe avere un’altra classificazione? Non ne ho idea. Se qualcuno mi potesse delucidare mi farebbe un piacere, dato che sono praticamente nuova di questo genere.
Concludo dicendo che il finale mi ha lasciata un po’ insoddisfatta, in quanto mi sarei aspettata semplicemente di più.
Consiglio questo libro solo alle persone forti che non si lasciano coinvolgere troppo da scene che possono risultare sgradevoli per la loro violenza e che sanno apprezzare queste letture crude.

Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.

 

Le merendine dell’infanzia

Buongiorno cari lettori,
con l’articolo di oggi voglio fare un salto nel passato per ricordare insieme a voi le merendine che mi ricordano la mia infanzia, alcune delle quali sono introvabili.

Risultati immagini per girelle mottaIn prima posizione voglio mettere le mitiche girelle che, fortunatamente, si trovano ancora nei supermercati. Un tripudio di cioccolato al quale nessun bambino può resistere.

 

 

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Subito dopo le girelle troviamo la merendina yo-yo. Due dischi di soffice pan di Spagna farciti con una crema al cioccolato davvero golosa.

 

 

Risultati immagini per pokémon mr dayAddentrandoci nel territorio delle merendine introvabili, ci sono quelle dei pokémon. Ve le ricordate? Un pan di spagna ricoperto di cioccolato al latte con sopra una “monetina” di cioccolato bianco raffigurante un pokémon. Erano davvero buone, ma purtroppo non si trovano più in commercio. Le avranno tolte per far soffrire i bambini agli inizi degli anni 2000 😭

 

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In questo salto nel passato non possono mancare nemmeno i Tegolini e le ciambelle di Mr. Day.

Risultati immagini per ciambelle mr day

Infine, anche se non si tratta esattamente di merendine, voglio riportare alla vostra Risultati immagini per chewing gum sigarettememoria i chewing gum a forma di sigaretta. Chi di voi li mangiava?

 

 

 

 

E voi cosa mangiavate quando eravate piccoli? Fatemi sapere nei commenti quali sono le merendine, o anche gli snack, che vi ricordano la vostra infanzia.

Sonderkommando Auschwitz di Shlomo Venezia

Buongiorno cari lettori!
Tra i libri che più mi appassionano, le storie vere, in particolare quelle di sopravvissuti ai campi di concentramento e sterminio, hanno un ruolo importante. Oggi vi parlerò della mia ultima lettura acquistata durante il mio viaggio ad Auschwitz. Sonderkommando Auschwitz di Shlomo Venezia racconta la storia dell’autore, deportato e costretto a lavorare nei Sonderkommando.

Per chi non lo sapesse, i Sonderkommando erano dei gruppi di deportati costretti a collaborare con le SS all’interno dei campi di concentramento e sterminio. Avevano il compito di cooperare con i tedeschi durante i processi di rimozione dei corpi dalle camere a gas e trasporto nei forni crematori, dovevano accompagnare i nuovi arrivati insieme alle SS verso la morte, fingendo che andasse tutto bene, e molto altro. I membri dei Sonderkommando venivano scelti dalle autorità nei campi al loro arrivo ed erano ebrei giovani di robusta costituzione. Vivevano in settori separati da quelli degli altri prigionieri per evitare fughe di notizie ed erano trattati con maggior riguardo rispetto agli altri deportati. Veniva fornito loro un po’ più di cibo, vestiti migliori e anche alcolici (principalmente per sopportare la fatica fisica e psicologica del loro lavoro). Nonostante questi “privilegi”, la vita dei membri dei Sonderkommando non era così lunga. Infatti ogni squadra durava qualche mese: veniva uccisa e le autorità tedesche del campo ne creavano un’altra. In questo modo si assicuravano meno prove possibili delle atrocità che venivano commesse all’interno dei campi.

41flg7u-3wlShlomo Venezia era un ebreo italiano di Salonicco (nato nel 1923 e morto nel 2012) che verso la fine della guerra fu deportato ad Auschwitz, dove divenne membro di un Sonderkommando. La sua testimonianza ci permette di conoscere meglio, senza filtri e con autenticità, la vita dei pochi membri dei Sonderkommando sopravvissuti. Quando ormai gli Allleati erano vicini alla liberazione dei campi e alla vittoria, i tedeschi iniziarono a sterminare i prigionieri di questi gruppi, alcuni però sopravvissero infiltrandosi tra gli altri deportati che venivano fatti partire per la famosa marcia della morte. In pochi riuscirono a salvarsi e tra questi c’era Shlomo Venezia.
Questo libro è una lettura realistica, sconvolgente, e chi la critica sottolineando errori, incongruenze o ripetizioni  non ha capito il vero senso di quest’opera.
Inutile dire che consiglio di leggere questa testimonianza perché dobbiamo sapere e ricordare cosa è successo, tenere viva la memoria degli orrori compiuti nei confronti di persone innocenti e non dimenticare i milioni di ebrei (e non solo) uccisi. Sonderkommando Auschwitz è una lettura non facile da leggere, che obbliga a farsi delle domande e a confrontare alcuni avvenimenti accaduti al giorno d’oggi, anche se in forma diversa, con ciò che è successo in passato.