5 libri da leggere a novembre

Benvenuto novembre ❤
Le temperature sono scese e il caldo è un lontano ricordo. Eppure questa stagione è perfetta per mettersi davanti al camino o sotto una morbida e calda coperta e leggere un bel romanzo. Perciò, ecco i cinque libri che consiglio questo mese.

Sei il mio inganno di Jamie McGuire (in uscita il 7 novembre)

Risultati immagini per jamie mcguire sei il mio ingannoNaomi non ricorda un tempo in cui la sua vita sia stata facile. Abituata a pretendere il massimo da sé stessa, combatte per ciò in cui crede. Eppure, dopo l’ennesima battaglia persa, tutte le sue fragilità, prima dissimulate dietro una facciata da dura, hanno visto la luce. Un nuovo lavoro a Colorado Springs le sembra la soluzione migliore per curare il suo cuore spezzato. O almeno così crede. Finché una sera, in un bar, non incontra Zeke. Le basta guardare i suoi occhi azzurri per intuire che lui non è come gli altri. C’è qualcosa nei suoi modi gentili, nella pazienza e delicatezza con cui le si avvicina, che la lasciano senza fiato. Benché non sia ancora pronta per una relazione, Naomi sceglie di aprire la porta a Zeke. Giorno dopo giorno, impara a fidarsi di lui, della sua straordinaria capacità di capirla e di prendersi cura di lei con una tenerezza che Naomi era sicura di non trovare in nessun uomo. Allora si rende conto che tra loro c’è più di una semplice amicizia. Naomi si sta innamorando e non vuole opporre resistenza. Eppure, ci pensa una vecchia conoscenza a metterle i bastoni tra le ruote: si tratta di Peter, un ex storico, che spera ancora di poterla riconquistare dopo anni. Ma Naomi è pronta a tutto, anche a far leva sulle debolezze di Peter, per non perdere la persona che ama.

 

Sono stato un numero. Alberto Sed racconta di Roberto Riccardi

Immagine correlataQuesto libro racconta la vita di Alberto Sed dalla nascita ai giorni nostri. Rimasto orfano di padre da bambino, Alberto è stato per anni in collegio. Le leggi razziali del 1938 gli hanno impedito di proseguire gli studi. Il 16 ottobre 1943 è sfuggito alla retata effettuata nel ghetto di Roma. È stato catturato in seguito, insieme alla madre e alle sorelle Angelica, Fatina ed Emma. Dopo il transito da Fossoli, la famiglia è giunta ad Auschwitz su un carro bestiame. Emma e la madre, giudicate inabili al lavoro nella selezione condotta all’arrivo, sono finite subito nella camera a gas. Angelica, un mese prima della fine della guerra, è stata sbranata dai cani per il divertimento delle SS. Solo Fatina è tornata, segnata da ferite profonde: ha assistito alla fine terribile di Angelica ed è stata sottoposta agli esperimenti del dottor Mengele. Alberto è sopravvissuto a varie selezioni, alla fame, alle torture, all’inverno, alle marce della morte. Ha partecipato per un pezzo di pane ad incontri di pugilato fra prigionieri organizzati la domenica per un pubblico di SS con le loro donne. Dopo essere scampato a un bombardamento, è stato liberato a Dora nell’aprile 1945. Tornato a Roma, superate le difficoltà di reinserimento, ha iniziato a lavorare nel commercio dei metalli e si è sposato. Ha tre figlie, sette nipoti e tre pronipoti.

 

Ti amo per caso di Brittany C. Cherry

Risultati immagini per ti amo per casHai presente quello spazio che c’è tra un incubo e un bellissimo sogno? Quando il domani non arriva mai e il passato non fa più male? Sì, proprio dove il mio cuore batte allo stesso identico ritmo del tuo, il tempo non esiste ed è facile respirare? È lì che voglio vivere con te».
Mi avevano messa in guardia su Tristan Cole.
«Stai lontana da lui», mi diceva la gente. «È crudele». «È freddo».
È semplice giudicare un uomo dal suo passato. Troppo facile guardare Tristan e vedere un mostro. Ma io non potevo farlo. Ho riconosciuto il male che si portava dentro, perché era simile a quello che viveva in me. Eravamo due persone svuotate. Entrambi alla ricerca di qualcosa di diverso. E insieme abbiamo deciso di provare a riunire i frammenti del nostro passato. Poi, forse, avremmo potuto finalmente ricordarci di respirare…

 

Chernobyl 01 23 40 di Andrew Leatherbarrow

Risultati immagini per chernobyl 01 23 40Tutti gli elementi necessari a capire cosa accadde, cosa significò e cosa significa Chernobyl oggi: i dettagli tecnici, le storie umane, gli aspetti politici ed economici e il modo in cui venne gestito il disastro nucleare. Un viaggio nel luogo e nel tempo in cui tutto ebbe inizio e tutto cambiò.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il castello tra le nuvole di Kerstin Gier

Risultati immagini per il castello tra le nuvole kerstin gierChe diciassette anni sia un’età meravigliosa lo dice solo chi li ha passati da un pezzo. Lo sa bene Fanny Funke che nella sua vita improvvisamente non ha trovato più niente che andasse per il verso giusto: amici, genitori, scuola… Al punto da decidere di mollare tutto e di andare a fare uno stage in un albergo. Di sicuro però non sapeva dove sarebbe finita nel luogo più sperduto delle Alpi svizzere in un Grand Hotel indubbiamente suggestivo ma chiaramente in rovina e con una clientela a dir poco variegata, fra oligarchi russi, industriali americani, scrittori di gialli, attrici, ex atlete olimpioniche e, per fortuna, almeno un paio di bei ragazzi. E dove, in qualità ultima arrivata, le tocca subire le angherie di alcune colleghe, le pretese tiranniche del proprietario e l’irritante comportamento dei bambini ai quali deve fare da babysitter. Ma quella che minaccia di diventare una faticosissima routine, si tramuta ben presto in una straordinaria avventura, quando l’atmosfera festosa dell’hotel viene stravolta da un tentato rapimento, che farà capire a Fanny di chi può veramente fidarsi e che cosa cerca veramente nella vita…

 

Buona lettura ❤

 

Red Sea Diving Resort

Durante il viaggio che mi ha portato in vacanza ad agosto, ho guardato uno degli ultimi film usciti su Netflix e che ha subito suscitato la mia curiosità.
Il 28 luglio, sulla famosa piattaforma streaming, è uscito Red Sea Diving Resort, un dramma che si ispira a una storia vera tratto dal libro Mossad Exodus di Gah Shimron.

Tra gli anni settanta e ottanta, un gruppo di agenti del mossad rischiò la vita per portare in salvo centinaia di falascia (popolo etiope di religione ebraica), in fuga dalle persecuzioni in Etiopia. Per riuscire in questa impresa, gli agenti utilizzarono come copertura un resort sulla costa meridionale del Sudan, affittato sotto mentite spoglie.

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Il film, diretto da Gideon Raff, non ha ottenuto ottime recensioni, eppure io ho apprezzato moltissimo questo lungometraggio, che mi ha permesso di conoscere eventi che hanno segnato la storia di alcune popolazioni. Red Sea Diving resort offre molti spunti di riflessione su ciò che gli uomini possono fare quando sono spinti da buoni propositi e grande forza di volontà, ma, al contrario, anche su ciò che l’uomo può fare quando è dominato da ostilità nei confronti di altri popoli e religioni.
La visione è scorrevole, nonostante la durata del film sia di poco superiore alle due ore, e non sono presenti scene poco coinvolgenti che rischiano di annoiare lo spettatore.
Ulteriore punto a favore è rappresentato dal cast, tra cui troviamo Chris Evans, nei panni di Ari Levinson, Alessandro Nivola (già visto in Jurassic Park III e American Hustle) e Haylee Bennet.
In conclusione, non posso non consigliare questo film, che ho trovato coinvolgente (anche se non a livelli altissimi), riflessivo ed educativo.

Voi l’avete visto? Vi è piaciuto?

Film: The silence

Ad aprile, sulla piattaforma Netflix, è uscito un nuovo film horror post apocalittico che ha attirato subito la mia attenzione. The silence, diretto da John R. Leonetti, è basato sull’omonimo romanzo di Tim Lebbon pubblicato nel 2015, tre anni prima dell’uscita di A quite place di John Krasinski. Eppure, nonostante venga prima dell’horror uscito nelle sale cinematografiche nel 2018, The silence sembra essere una copia del lungometraggio con Emily Blunt.

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TRAMA: un gruppo di ricercatori scopre nelle profondità di una caverna una specie sconosciuta che verrà ribattezzata con il nome di Vispi. La squadra viene attaccata da queste creature, che poi trovano una via d’uscita e si diffondo a macchia d’olio nel Paese. Scatta un allarme e il governo consiglia alla popolazione di rimanere in casa evitando di fare rumore, cosa da cui sono attratti i Vispi.  Però, la famiglia di Hugh, interpretato da Stanley Tucci, decide di intraprendere un viaggio per allontanarsi dalla città e trovare un rifugio più isolato in campagna.

 

 

La trama è già stata vista diverse volte, soprattutto negli ultimi anni, ma ci sono alcune  cose che giocano a suo sfavore. Prima di tutto la durata. The silence, infatti, è un film di appena novanta minuti. Una durata, a parer mio, più adatta alle commedie. In effetti, con un tempo così breve, molti dettagli sono stati tralasciati, ad esempio il motivo per cui la figlia di Hugh, che insieme al padre ha un ruolo importante all’interno della pellicola, è diventata sorda. Durante la visione, si ha uno scorcio della causa principale, cioè un incidente in cui era rimasta coinvolta, ma nulla di più. Si tratta di un elemento che passa in secondo piano, quando doveva essere affrontato maggiormente dato che si tratta di un film incentrato principalmente sui sensi, in questo caso l’udito. Ma questo non è l’unico aspetto che poteva essere approfondito: nel film non si parla molto dell’effetto che questa invasione ha avuto sulla popolazione. Tutto è incentrato sulla famiglia di Hugh e su una setta di fanatici che diventeranno degli antagonisti, a tal punto da risultare più importanti dell’invasione dei Vispi. Sì, perché i protagonisti dovranno combattere con loro. Purtroppo credo che anche questo abbia un po’ penalizzato The Silence; però sono di tutt’altro avviso in merito al cast, che ha dato una nota positiva al lungometraggio. Stanley Tucci, già visto in diversi film e serie tv come Sex and the city, Hunger games, Il diavolo veste Prada, Amabili resti, Captain America: il primo vendicatore e molti altri, ha contribuito non poco con la sua bravura. Una piacevole sorpresa è stata anche Kiernan Shipka, che interpreta Ally, la figlia di Hugh.
Tutto sommato, The silence non è un film da evitare di guardare, ma presenta alcune lacune che lasciano lo spettatore un po’ deluso.

Voi l’avete visto? Vi è piaciuto?

Chicago Fire

Buongiorno cari lettori!
Ho passato l’ultimo periodo a concentrarmi su una serie tv che mi ha praticamente conquistata fin dall’inizio: Chicago Fire. La prima stagione è stata trasmessa negli Stati Uniti nel 2012 tramite la NBC e in breve tempo questa serie ha ottenuto un grande successo.
Chicago Fire è incentrata sulle vicende di un gruppo di pompieri e paramedici e narra delle chiamate di soccorso e della loro vita privata. Si tratta di una trama semplice che in realtà non ha nulla di speciale, eppure ha funzionato alla grande.
I protagonisti sono dei vigili del fuoco e dei paramedici che appartengono alla Caserma 51 di Chicago e che ogni giorno devono affrontare situazioni nuove e pericolose, dove è fondamentale mantenere il sangue freddo, mettere la vita degli altri davanti alla propria e sostenersi a vicenda.
Tra i personaggi principali troviamo diversi attori visti in pellicole o serie tv di fama internazionale:

  • Matthew Casey, interpretato da Jesse Spencer (conosciuto in Dr. House) è il tenente del camion 81
  • Kelly Severide, impersonato da Taylor Kinney (famoso per aver recitato in The Vampire Diaries e per essere l’ex fidanzato di Lady Gaga), è il tenente della Squadra di soccorso 3.
  • Gabriella Dawson, Monica Raymund (vista in Lie to me) , e Leslie Shay, Lauren German (nota per il ruolo protagonista di Chloe nella serie Lucifer), sono i paramedici dell’ambulanza 61.
  • Christopher Hermann, interpretato da David Eigenberg (conosciuto in Sex & the city).

La lista è lunga, ma, se inizierete a vedere Chicago Fire, conoscerete voi stessi tutti gli altri personaggi che rendono questa serie tv inimitabile.
Ogni puntata è diversa l’una dall’altra e non è mai ripetitiva: gli incidenti, gli incendi o altre situazioni dove è richiesto l’aiuto della Caserma 51 sono sempre differenti, perciò lo spettatore non sa mai cosa aspettarsi quando suona l’allarme all’interno della caserma. Ogni puntata è sempre una piacevole sorpresa. La cosa maggiormente apprezzata, secondo me, è il fatto che i vigili del fuoco e i paramedici fanno parte di una grande famiglia; si sostengono tra di loro, si aiutano nei momenti di difficoltà. Sono molto uniti e sanno che possono contare gli uni sugli altri.
In un periodo dove sono protagoniste serie tv che parlano di fantascienza, paranormale e supereroi, vederne una poco pretenziosa e semplice come Chiago Fire è una boccata di aria fresca.

Bird Box

Buon pomeriggio lettori!
Il film protagonista di oggi è Bird box, uscito il 21 Dicembre sulla piattaforma Netflix e tratto dall’omonimo romanzo di Josh Malerman.
55391In questa pellicola, il pianeta è invaso da creature invisibili che inducono al suicidio, prendendo la forma di ciò che ci spaventa di più. La storia è incentrata su Malorie, interpretata da Sandra Bullock, che cerca di continuare a vivere rinchiusa in una casa insieme ad un gruppo di persone. Per sopravvivere, però, bisogna privarsi della vista e Malorie dovrà affrontare la sfida più difficile della sua vita: intraprendere un viaggio per raggiungere un luogo che sembra essere sicuro.
Susan Bier è la regista che ha diretto Bird box. Tra i suoi lavori spicca anche Una folle passione con Bradley Cooper e Jennifer Lawrence, un lungometraggio che ho visto qualche anno fa ma che non ho apprezzato particolarmente. Cosa completamente diversa, invece, è successa con Bird box, che mi ha conquistata fin dall’inizio. I momenti di tensione e terrore mi hanno coinvolto fin dai primi minuti del film, e presto ho capito che il fulcro di questa pellicola è il dramma umano, oltre la condizione di Malorie. Infatti quest’ultima è una persona cinica, introversa, che ha difficoltà con i legami, ma che dovrà imparare ad amare, soprattutto ora che è in attesa di un figlio.
Guardare Bird Box mi ha ricordato A quite place di John Krasinski, che ha alcuni punti in comune con il lavoro della Bier: creature che non si sa bene da dove provengono e che uccidono quasi l’intera popolazione, figli che nascono nel momento sbagliato, la necessità di abbandonare sensi importanti per la proprio sopravvivenza (la voce e l’impossibilità di fare rumore in A quite place e la vista in Bird box). Le similtudini sono molte, ma per realizzare un film appartenente a questo genere ci sono cose che devono essere inserite necessariamente.
Cosa molto apprezzata sono stati i flashback: il film è un continuo alternarsi tra presente e passato, perciò il livello di tensione resta piuttosto alto durante l’intera pellicola.
Inutile parlare troppo dell’interpretazione di Sandra Bullock, che ritengo essere un’attrice di grande talento che ha reso il film ancora più bello.
Penso che l’uscita di Bird box su Netflix abbia dato una marcia in più a questa piattaforma in termini di film distribuiti. C’era proprio bisogno di qualcosa del genere.
Che cosa ne pensate? Voi l’avete visto?

Bohemian Rhapsody

Buongiorno cari lettori,
oggi ho deciso di parlarvi di un film che ho visto recentemente e che è uscito il 29 Novembre 2018 nelle sale cinematografiche italiane: Bohemian Rhapsody.

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Questa pellicola narra la storia dei Queen e di Freddie Mercury, dai primi passi che hanno mosso nel mondo della musica fino allo storico concerto al Live Aid di Wembley. Durante il film, che dura poco più di due ore, c’è un continuo  crescendo di emozioni che accompagna lo spettatore durante la visione dei quindici anni che hanno segnato la storia della musica e che culmina nel momento finale del lungometraggio, l’esibizione storica dei Queen. Se non avete avuto l’occasione di vedere Bohemian Rhapsody (e credetemi, dovete assolutamente rimediare), questo è il punto in cui un pacchetto di fazzoletti potrebbe far comodo.
La pellicola è stata resa eccezionale soprattutto grazie alla scelta più che azzeccata degli attori. Ben Hardy, conosciuto nel film di X-Men: Apocalypse, ha interpretato Roger Taylor conferendogli un’esuberanza perfetta; Gwilym Lee ha impersonato il tranquillo e ragionevole Brian May; mentre Joseph Mazzello ha avuto il ruolo del riservato John Deacon, che è riuscito a rendere indimenticabile.
Il personaggio di bohemian-rhapsody-film-740x370Freddie Mercury è andato ad uno straordinario Rami Malek, anche se in realtà al suo posto doveva esserci prima Sacha Baron Cohen, che ha rinunciato all’interpretazione, e poi Ben Wishaw, che ha anche lui rifiutato il ruolo. Non sapremo mai come sarebbe stato il film con uno di questi due attori, ma sta di fatto che con Rami Malek è nato un capolavoro. Malek è stato sensazionale, bravissimo, ci ha messo anima e corpo nell’interpretare Freddie Mercury e ha saputo riportare in vita un cantante pieno di carisma e talento che ha fatto la storia della musica. E non a caso Rami Malek ha portato a casa un oscar come miglior protagonista.
Se da una parte Bohemian Rhapsody ha scatenato applausi e pareri più che positivi, dall’altra ha suscitato opinioni negative da parte della critica, alla quale non è piaciuto il fatto che il film non sia andato più a fondo nella vita del cantante.
Nonostante ciò, Bohemina Rhapsody è un film diretto che coinvolge lo spettatore e che gli fa venire voglia di ascoltare tutte le canzoni dei Queen. E, dulcis in fundo, ha vinto quattro meritatissimi premi oscar.

Che cosa pensate di questo film? L’avete visto?

 

 

 

Il bambino nella valigia

Ogni anno, in occasione della Giornata della Memoria, guardo un film per non dimenticare. Schindler’s list, La vita è bella, Il bambino con il pigiamo a righe, Il pianista… Ci sono molte pellicole che parlano degli ebrei detenuti nei campi di concentramento, così come diversi libri. Quest’anno la scelta sul film da vedere è ricaduta su Il bambino nella valigia, adattamento di Nudo tra i lupi di Bruno Apitz.

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Questo film, uscito in Italia il 27 Gennaio 2016, è ambientato durante gli ultimi giorni di guerra e narra la storia di un bambino di tre anni portato clandestinamente in un campo di concentramento e delle persone che intervengono per aiutarlo in tutti i modi possibili.
Vedere questa pellicola è stato come tornare indietro nel tempo e assistere in prima persona a tutti gli orrori accaduti durante quei terribili anni di guerra. Le emozioni che Il bambino nella valigia suscita sono forti e non risparmiano nessuno. Paura, ansia, rabbia, sollievo. Tutti sentimenti che portano lo spettatore sull’orlo delle lacrime, oppure oltre,  dandogli l’occasione di riflettere a fondo su quello che è accaduto all’interno dei campi di concentramento. Però fra tutto questo ci sono anche speranza e umanità, rappresentate dai gesti audaci che i protagonisti compiono per quel bambino.
Un film commovente, pieno di coraggio, che vi consiglio di vedere non solo per ricordare le vittime dell’Olocausto, ma anche per conoscere qualcosa di diverso rispetto alle storie che già conosciamo.

 

Darkest minds

Buon lunedì cari lettori!
Oggi vi parlerò di un film che, purtroppo, sono riuscita a vedere soltanto questo weekend. Finalmente ce l’ho fatta a ritagliarmi un po’ di tempo e per una volta ho abbandonato la scrittura e la lettura per dedicarmi a questa pellicola.

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TRAMA: Un’improvvisa malattia stermina il 99% dei bambini nel mondo, lasciando i sopravvissuti in possesso di straordinari poteri. Il governo cerca di estirpare il virus, ma dopo i tentativi fallimentari, decide di costruire dei campi di lavoro dove rinchiudere i ragazzi facendoli così crescere lontano dal resto della popolazione. A seconda della potenza dei loro poteri, i superdotati vengono divisi in fasce di colore e chi è ritenuto estremamente pericoloso viene immediatamente eliminato. Tra questi ultimi c’è Ruby, che però riesce a nascondere la sua straordinaria potenza fino ai sedici anni, quando una misteriosa donna la libera dal campo. Scoprirà di non essere la sola adolescente fuggita e si ritroverà in un mondo in cui non riesce più a distinguere gli alleati con i nemici.

Durante questi ultimi anni, il film di genere distopici come Darkest minds sono diventati un po’ di moda. Basti pensare a Hunger Games, Divergent, Maze Runner e molti altri. Insomma, sembra che ogni anno, o quasi, ne esca uno nuovo.
Darkest minds è l’adattamento cinematografico del romanzo The darkest minds del 2012 scritto da Alexandra Bracken.
In questo mondo post-epidemia, i bambini e i ragazzi sopravvissuti sviluppano dei poteri sensazionali – chi è super-intelligente, chi controlla la mente, ecc (il resto lo scoprirete) – e ognuna di queste categorie viene identificata da un colore (verde, blu, giallo, arancione e rosso). I sopravvissuti più temibili sono quelli identificati con il colore arancione e rosso, e, ovviamente, la protagonista fa parte dei primi. Perciò l’intero film narra della sua sopravvivenza e della fuga dai cattivi.
La trama è bella, mi piace molto e penso proprio che leggerò anche il libro in futuro, ma devo ammettere che alcuni avvenimenti sono alquanto scontati. Ovviamente non farò degli esempi per evitare gli spoiler, però sappiate che non è tutto così sorprendente e coinvolgente come ci si aspetterebbe. A parte questo, non ho nulla da rimproverare a Darkest minds.
Ho dato un’occhiata a diverse recensioni riguardo questo film e purtroppo molte erano negative. Okay, posso comprendere il fatto che alcune cose fossero scontate, ma mi sono ritrovata a leggere cose sulle quali non sono assolutamente d’accordo, ad esempio che gli attori non sono stati così bravi a recitare. Mi dissocio totalmente da questo pensiero: per me hanno svolto il loro lavoro perfettamente. Scorgendo quelle recensioni, mi è venuto in mente il film Shadowhunters: la città di ossa, molto atteso ma che alla fine è stato un flop al botteghino. Perché? A me è piaciuto moltissimo, cosa che non posso dire della serie tv. Comunque, tornando a parlare di Darkest minds, voglio concludere dicendo che il mio giudizio è positivo e che non vedo l’ora di vedere il sequel (sì perché il finale vi lascerà con molte domande e, forse, un po’ a bocca aperta).

Confess

Buon inizio settimana gente!
Sono felicissima di condividere con voi una nuova scoperta.
Una delle scrittrici che mi piace di più in assoluto è Colleen Hoover. Ho letto quasi tutti i suoi libri, che ho divorato e amato. Tutto ciò che sappiamo dell’amore, 9 Novembre, L’incastro (im)perfetto, Le coincidenze dell’amore… Questi sono solo alcuni dei romanzi che ho avuto il piacere di leggere. Uno più bello dell’altro.
A Colleen Hoover appartiene anche Le confessioni del cuore, un romanzo davvero toccante e coinvolgente che ho letto in pochissimo tempo.
confessjpgQualche giorno fa stavo vagando su internet alla ricerca di una nuova serie tv da iniziare a vedere e con mia grande sorpresa ho scoperto che ne esiste una dedicata a Le confessioni del cuore. Si intitola Confess ed è una mini serie composta da sette episodi di circa venti minuti l’uno.
Ho già cominciato a vederla e mi piace molto. La trama è fedele al libro e adoro gli attori che sono stati scelti per interpretare i ruoli dei due protagonisti. Katie Leclerc, che ho conosciuto nel ruolo di Daphne in Switched at birth, e Ryan Cooper sono davvero bravi.

Buona visione! ❤